martedì 22 marzo 2011

I Muffin delle tre.

Il giorno in cui la casa di una di noi si è liberata (genitori in viaggio, a loro rischio e pericolo), cucinare era solo un’idea innocua.
Nessuna di noi quattro ha mai avuto grandi mire culinarie, insomma si faceva il solito… per sopravvivere.
Invece il giorno del 150° anniversario d’Italia, cucinare Muffin ha portato a conseguenze irrimediabili.
Ma procediamo con ordine: quali strabilianti dolcetti, i Muffin.
Incantano i palati e irretiscono gli olfatti.
Come riescano a farlo è stato nostro compito scoprirlo: l’unione di tre ricette con tanto di regole d’oro, ci ha permesso di sfornare Muffin ideali. Con misure un tanto al braccio.

È stato un po’ come essere in un film militare, o in una delle puntate di McGyver: niente misurini, niente bilance.
Così, con un livello di fantasia che avrebbe fatto invidia a Peter Pan, ci siamo lanciate: tazzine, cucchiai e panetti di burro ci hanno fatto gustare questi:


Ma eccovi la ricetta, nel caso abbiate la folle idea di tentare anche voi.

Regole d’Oro per Muffin ideali.
Un tavolo, otto braccia, casa libera e un cane.

Messo da parte il cane, fatta luce sul luogo del crimine (leggi: cucina) e appurato che da soli non avrete mai otto braccia, prendete due contenitori: uno destinato agli ingredienti secchi e l’altro per gli ingredienti umidi.
Per il primo gruppo vi serviranno:
sei tazzine da caffé di farina;
cinque tazzine e mezzo da caffè di zucchero e
la quantità di cacao che vi renderà felici.
Se non avete usato la farina lievitante vi toccherà aggiungere del lievito, cosa che noi NON abbiamo avuto bisogno di fare. Quindi arrangiatevi!
Per la parte umida:
due bicchieri di latte (e non si parla di bocce per pesci rossi, ma di comuni bicchieri usati ogni singolo giorno e tenuti lontani dagli ospiti perché a forza di lavaggi vi si sono appannati col calcare. Quei bicchieri.);
due uova (le vedrete galleggiare sul latte e vi sembreranno due occhi imploranti: NON date loro ascolto. Vanno sbattute in tutto quell’intruglio e non possono impedirvelo: voi volete i Muffin, si o no?);
burro, che avrete accuratamente fuso in una padella. Poco più di metà di un panetto dal 125g (oddio, un numero! Fuggite, sciocchi!).

Quando le due parti si guarderanno da ciotola a ciotola, l’una marroncina l’altra sbattuta, unitele e mescolate.
Ma senza esagerazioni!
Siate delicati, massaggiate la vostra poltiglia e rendetela appetitosa: quando non ci saranno più grumi potrete ritenervi soddisfatti.
A questo punto un tocco di stile: scaglie di cioccolato.
Dalla regia (dopo che il misfatto è stato compiuto e le idee risultano geniali, ma soprattutto si fanno avanti) consigliano di congelare le suddette scaglie per poi buttarle nell’impasto.
Così, quando infornerete il tutto FORSE non si scioglieranno come è successo a noi.

Ma ora, il forno.
Tendenzialmente è un essere malvagio, ma se saprete farvi rispettare dovrebbe adempiere perfettamente al suo compito.
Fatelo scaldare per cinque minuti alla temperatura di 180°, nel mentre preparate gli stampini imburrandoli e infarinandoli.
Perché?
Perché altrimenti rimarranno incastrati lì e voi dovrete usare un cucchiaino per mangiarli, quando lo sanno tutti che i Muffin vanno addentati.
Le leggende narrano che cambino perfino sapore nel caso non vengano rispettate le tradizioni!

A questo punto fate colare il preparato dentro gli stampini, senza riempirli fino all’orlo.
A meno che non vogliate un Muffin dalla testa gigante o, peggio, un’esplosione di cioccolato lungo le pareti del vostro forno.
Col rischio che le cose che vi cucinerete in seguito sappiano esclusivamente di cioccolato e fallimento.
Ma pessimismo a parte, infornate gli stampini e lasciate cuocere per 15-20 minuti sempre a 180°.
Per controllare che la cottura sia ultimata usufruite di uno stuzzicadenti, perforate il Muffin sacrificale e poi estraete l’arma.
Se sarà asciutta avrete portato a termine il vostro successo: non bruciare i Muffin. Se poi sono pure buoni ancora meglio!
Se sarà bagnata (stiamo ancora parlando di armi e Muffin, sia chiaro) lasciateli ancora nel forno e in bocca al lupo!

E ricordatevi… chi mangia, gode!

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